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Locanda San Michele, a Tossicia una cucina gourmet che non ti aspetti

Dopo numerose esperienze all’estero, lo chef teramano Gianluca Ricci ha aperto la Locanda San Michele a Tossicia, ispirata ad una cucina gourmet ancora poco diffusa sul territorio

di Davide De Vincentiis

Dall’estero, spesso, si torna cambiati e desiderosi di proporre sul territorio quanto si è appreso lontano da casa: è il caso di Gianluca Ricci, trentaquattrenne chef di Montorio al Vomano, a lungo attivo nei ristoranti stellati di tutto il mondo che, dopo il matrimonio e la nascita di una bambina, ha deciso di fondere l’alta ristorazione internazionale con le tradizioni gastronomiche teramane. Il suo sogno ha preso forma con la Locanda San Michele, un luogo accogliente e moderno sito sul versante teramano del Gran Sasso.

Un interesse per questo mondo che inizia già in tenera età e legata alle attività dei genitori “L’interesse per la cucina nasce in famiglia - spiega lo chef -, quando ero piccolo. I miei genitori non avevano un ristorante, ma si occupavano del settore food di sagre, banchetti e ricevimenti. Prima del terremoto del 2009, mia madre aveva una cucina simil-professionale nella quale preparava bocconotti, pasticcini, pan brioches ed altre primizie necessarie agli eventi in cui era impegnata. Mio padre, invece, è sempre stato un allevatore di animali, in primis maiali, da cui produceva salsicce, prosciutti, salami e lonze. Il terremoto però ha distrutto tutta la casa ed il laboratorio di mio padre con essa”.

Nello stesso periodo, Gianluca ottiene il diploma ed inizia le sue prime esperienze lavorative: “Ho frequentato l’Istituto Alberghiero “Di Poppa-Rozzi” di Teramo -racconta- e subito dopo il diploma, sono andato in stage all’Hotel “Saturnia” di Venezia, dove ho lavorato, per 4 anni, nel ristorante “La Caravella”. Poi sono andato a Londra, città nella quale sono entrato nel mondo della ristorazione stellata, lavorando nella consulenza dello chef Heinz Beck. Sono stato in Inghilterra per un anno e mezzo, fino alla chiusura del ristorante a causa dei lavori di ristrutturazione; sono quindi tornato a Roma, nel lussuoso “La Pergola”, per poi diventare sous chef del ristorante di Beck in Toscana”.

Dopo aver collaborato con lo chef Crescenzo Scotti, Ricci ha avuto modo di conoscere la cucina orientale nei cinque mesi trascorsi tra Giappone, Thailandia, Vietnam e Laos. Tornato nuovamente in Italia, è entrato nello staff del ristorante romano “Pipero” per poi diventare chef di uno stellato ristorante romano, per poi toccare di nuovo Venezia ed infine Padova. Tuttavia, per via dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria e per il suo matrimonio, Gianluca decide di tornare in Abruzzo, lavorando per un anno al “Bistrot Carducci” di Teramo. Quest’esperienza gli ha fatto maturare l’idea di mettersi in proprio, e aprirsi un ristorante gourmet. “Non volevo più sottostare alle decisioni del proprietario - spiega Gianluca-, il quale voleva che cucinassi piatti tradizionali, nonostante sapesse che quello non era il mio stile culinario. L’Abruzzo è una terra in cui si è molto legati alla cucina tipica, dunque sapevo che non sarebbe stato facile, ma necessitavo di esprimere tutta la mia creatività culinaria”.

Spinto dal desiderio di rimanere in Abruzzo e rilevata dunque la Locanda San Michele di Tossicia, il cuoco-ristoratore ha creato una vasta gamma di piatti ispirati dalla fusione tra la cucina abruzzese e quella appresa in giro per il mondo. “I miei piatti sono molto legati al territorio, -racconta Gianluca- perchè ognuno di noi è influenzato dalla cucina tipica, quella delle nostre nonne e caratterizzata dalle sue cotture lunghe, ma per via delle numerose esperienze all’estero ho aggiunto spunti molto diversi. Il piatto maggiormente esplicativo del nostro ristorante è l’agnello al tandori (salsa tipica del subcontinente indiano, NdR), con salsa allo zafferano, porro e crumble al cacao, che vince lo scetticismo anche dei palati più legati ad un gusto tradizionale, in virtù della cottura al punto giusto dell’agnello, e l’accostamento, vincente, con gli altri ingredienti. Abbiamo però molti altri piatti ed addirittura gelati che giocano sull’accostamento di tradizione locale ed elementi esteri, avendo cura di non buttare nulla dalle materie prime culinarie”.

In cucina lo chef-patron Ricci è affiancato da Davide Mercolini, “Che ho conosciuto a Venezia e che ora è il mio principale collaboratore”, mentre della sala si occupano Luca Mercadante e Stefania Capitanio. Tuttavia, Ricci è ancora alla ricerca di “Nuovo personale per la sala, ma purtroppo i tempi sono lunghi”.

Lo chef-imprenditore, però annuncia che il sogno non terminerà qui. “Il progetto futuro - conlude- è aprire un ristorante nel mio paese, Maiano; dopo il sisma del 2009, addolorato per la distruzione del borgo, dissi ai miei genitori che sarei tornato per aprire un ristorante. Negli ultimi mesi sono partiti i lavori di ristrutturazione nella masseria del paese, che è di proprietà di un mio amico. Spero che il mio futuro ristorante sorgerà proprio lì, ma sono consapevole che serviranno almeno 3 o 4 anni prima che questo sogno possa diventare realtà. Ad ogni modo, ci stiamo impegnando al massimo per far bene anche alla Locanda San Michele.”

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