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Il presente e le parole. Spunti di riflessione dalla A alla Z

Questo il titolo del libro che verrà presentato i prossimi 9 novembre a Pescara e il 28 novembre al Campus Universitario di Chieti

A cura di Simone D'Alessandro

Oggi vorrei parlavi di un libro che prende in esame le parole.

Da quelle che usiamo quotidianamente, a quelle specialistiche che, in alcuni casi, aprono nuovi orizzonti di senso.

Da quelle che producono spaesamenti a quelle che determinano malintesi interpretativi.

Da quelle utilizzate a stento, a quelle abusate che «coprono spesso solidi vuoti», come sostiene la curatrice di questo volume, Eide Spedicato Iengo, sociologa che non ha bisogno di presentazioni. 

Alcuni definirebbero quest’opera un sillabario, altri un rinnovato dizionario dei “luoghi non comuni”. Ma un lettore attento comprenderà che si tratta di un percorso più articolato, scritto a più mani da studiosi provenienti da ambiti disciplinari differenti, nel tentativo di restituire il posto adatto a concetti che parrebbero, a volte, senza fissa dimora.

Se per un filosofo come Wittgestein la parola è il suo uso nel linguaggio, per un antropologo come Whorf lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è sistematicamente influenzato dalle parole che utilizza. Il volume include queste e altre visioni paradigmatiche nella consapevolezza che, in alcuni casi, i «lemmi commentano i processi che hanno modificato, profondamente e vorticosamente, il rapporto di singoli e collettività con la realtà politica, sociale, culturale, economica, comunicativa», come ribadisce la curatrice nella sua breve introduzione.

Dalla A di Amore alla Z di Zeitgeist, alcune voci si impegnano a rispondere alle domande di sempre (vita, morte, guerra, violenza), altre si soffermano sui nuovi orientamenti valoriali e di costume che hanno modificato l’esperienza umana, de-territorializzandola (per usare una “lemma” caro a Deleuze) ovvero ri-territorializzandola: è il caso di parole come “identità”, “post-umano”,  “potere”, ma anche di parole abusate come “amicizia” sempre meno praticata e vissuta, sempre più dichiarata, soprattutto nei post di un profilo social.

Altre voci nascono dall’esigenza di perimetrare nuovi scenari, definendoli con neologismi - è il caso del termine “ibrividuo”, incrocio tra individuo e ibrido - o mediante parole composte come “tecnocrazia” che nel corso dei decenni ha visto cambiare modalità di utilizzo e, di conseguenza, significato e valore.

Quanto sommariamente detto, rappresenta soltanto uno spicchio dei contenuti dell’opera.   

Intenzionalmente strutturate sui contributi di competenze disciplinari, registri interpretativi, linguaggi diversi, le pagine di quest’opera invitano ad approfondire la lettura del nostro presente.

Le parole esaminate - che portano in calce una sigla che ne individua l’autore - sono ordinate in sequenza alfabetica sulla base del loro titolo.

Su alcune lettere si affollano più interventi, su altre il numero si riduce, ma a tutte (ad eccezione delle lettere “J” e “K”, chiarisce la curatrice) è stata dedicata almeno una voce.

A questo punto non rimane che leggere o “farne parola”, promuovendo il testo ad altri curiosi lettori.

Il libro verrà presentato a Pescara il 9 Novembre 2018 alle ore 17,00 all’interno del Festival delle Letterature dell’Adriatico (FLA) e a Chieti il 28 Novembre 2018 alle ore 9,30 presso l’aula 1 del Polo Didattico del Campus dell’Università D’Annunzio, all’interno di un seminario dal titolo “Come cambia la cultura? Le parole di oggi e i loro significati”, promosso dalla cattedra di Antropologia Culturale retta dalla Professoressa Lia Giancristofaro.

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