Da Ciavolich, il racconto di un Abruzzo differente tra vino, musica e parole

Un trio d’eccezione quello che è andato in scena a Cantina Ciavolich, a Loreto Aprutino lo scorso lunedì, composto dalla padrona di casa Chiara Ciavolich, Nicola Pomponi, in arte Setak e da Gino Bucci meglio conosciuto come l’Abruzzese fuori sede.

La serata intitolata “Di strofe ubriache ed altre offese” è stata un mix tra riflessioni, conversazioni intime e acustiche, ed è nata da un incontro casuale. “Ho conosciuto questi due ragazzi – ha raccontato la produttrice- in una serata a Capestrano, mi sono subito innamorata di loro e del modo che hanno scelto di narrare l’Abruzzo. Io lo faccio con i miei vini, Nicola con le sue canzoni e Gino con i suoi racconti, e così mi sono fatta avanti e gli ho chiesto di fare una serata qui da me”.

Prima del dibattito, gli ospiti, più di 150 per un evento andato subito sold out, hanno fatto un giro nei vigneti e nelle cantine in fermento. Poi c’è stato il momento enogastronomico, tra i calici di vino in degustazione: la Cococciola spumantizzata lavorata con metodo ancestrale, la Passerina e il Montepulciano. In abbinamento, tutte tipicità abruzzesi: panino con la porchetta preparato al momento, le pallotte cace e ova, fiadoni e un paninetto con peperoni e uova. Il tutto da gustare in perfetto stile pic nic sul prato avvolti dall’imponente Gran Sasso.

La famiglia Ciavolich, originaria della Bulgaria, è giunta in Abruzzo nel 1500 e, nel 1853, ha iniziato la produzione di vino a Miglianico, nelle antiche grotte ancora oggi visitabili. Nel 1960, la produzione è stata spostata a Loreto Aprutino, grazie ai terreni avuti in eredità da Giuseppe, papà di Chiara. Qui oggi, tra tendoni degli anni '60 e filari, l’energica Chiara, produce vini da vitigni autoctoni prodotti e imbottigliati con sole uve provenienti dai vigneti di proprietà. A sua detta, la linea che più la rappresenta è Fosso Cancelli, creata e voluta proprio da lei.

Nicola Pomponi nasce a Penne trentasette anni fa, intraprende da giovanissimo la carriera da chitarrista. Diventato da poco papà del piccolo Nino, Setak vive tra Roma e Penne dove torna spesso. Il suo sogno di un percorso da solista in dialetto abruzzese diventa realtà con gli album “Blusanza” nel 2019 e “Alestalè” nel 2021. Considerato il menestrello d’Abruzzo, oggi collabora con artisti come Tommaso Paradiso ed il suo concittadino Mimmo Locasciulli.

Gino Bucci, 30 anni, è di Martinsicuro. Laureato in Lettere, triennale a Roma e specialistica a Bologna, dopo gli studi decide di tornare in Abruzzo e intraprendere il lavoro di giornalista. Nel 2014 dalla sua esperienza fuori regione nasce l’Abruzzese fuori sede, profilo social che oggi vanta su FaceBook più di 210.000 follower. Ha scritto di recente anche il suo primo libro, “Rime toscibil” una raccolta di poesie e filastrocche tra dialetto e italiano molto divertente che ha letto a Loreto.

Ma torniamo alla serata, Chiara ha scelto per la chiacchierata cinque parole chiavi: nostalgia, identità, magia, persone di riferimento e sessismo attraverso le quali tutte e tre si sono confrontati. Chiara con i suoi racconti di donna, mamma e imprenditrice, Nicola con le sue dolci canzoni e Gino con le sue letture ironiche ma al contempo nostalgiche, hanno raccontato a modo loro le cinque parole.

Storie di vita differenti quelle di questi tre ragazzi ma accumunate dall’amore per questo territorio, dal ritorno al passato, dai ricordi nostalgici e dalle tradizioni da non dimenticare. Tutte narrate, naturalmente, tra un calice di vino e l’altro.