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Nacho Valentini, il creativo sempre a caccia di nuove sfide

Dopo aver concluso il progetto di riqualificazione Enelgumeni nel quartiere pescarese di Borgo Sud, il visual designer italo-argentino intende continuare questa esperienza e punta alle nuove frontiere del panorama artistico

di Davide De Vincentiis

A Borgo Sud, storico quartiere pescarese salito agli onori delle cronache per l’omonimo e fortunato romanzo di Donatella Di Pietrantonio, da circa un mese a questa parte, i passanti possono ammirare le ultime creazioni del visual designer italoargentino Ignacio Valentini, per tutti, Nacho, raccolte nel progetto di riqualificazione delle cassette Enel e consistenti nella rappresentazione di otto figure femminili, da Cleopatra a Serena Williams.

Nato a Rosario quarantasei anni fa da famiglia di origine abruzzese (il nonno paterno era di Liscia) ed appassionatosi in tenera età al disegno, Valentini, terminati gli studi superiori, sentì il richiamo ancestrale delle radici e decise di trasferirsi in Europa, e poi in Abruzzo, attratto dagli innumerevoli racconti narrati dal nonno e dal padre. Dopo aver a lungo lavorato come grafico ed illustratore per una società di comunicazione, dal 2021 si è messo in proprio. Raggiunto dalla nostra redazione, ci ha spiegato com’è nato questo progetto, per poi ripercorrere la sua carriera artistica ed infine svelare i suoi obiettivi per il futuro.

Nacho, di recente hai ultimato a Pescara il tuo ultimo progetto, Enelgumeni, che si propone di rappresentare otto donne che hanno contribuito al rinnovamento del ruolo femminile all’interno della società. Cosa vuoi trasmettere con questa serie di opere?

Innanzitutto, è doveroso precisare che l’idea di inserire otto donne è stata dell’associazione Movimentazione che mi ha commissionato l’opera in vista del Kufestival tenutosi nello scorso settembre. La mia volontà era quella di modificare una realtà urbana, come quella sulla quale sono intervenuto, piuttosto grigia, in modo da sorprendere coloro che vi camminano con personaggi che rallegrano e che fanno bene al cuore, aspetto quanto mai importante oggi.

Enelgumeni è un progetto che prevede il coinvolgimento anche di altri quartieri di Pescara o che mira ad espandersi anche nel resto dell’Abruzzo?

Date le possibilità, io non mi fermerei neanche in Abruzzo, dal momento che le cabine elettriche sono presenti in tutta Italia e riprendono le forme dei personaggi; a breve inizierò un progetto simile a Zanni (altro quartiere del capoluogo adriatico, NdR), ma è un progetto che ha un potenziale enorme. Rappresenterò personaggi random sviluppati da me creati negli ultimi due anni, e che seguiranno la stessa impostazione delle figure che si possono osservare a Borgo Sud: testa molto ampia, corpo ben proporzionato e piedi ridotti.

Torniamo ora agli albori, quando e come è iniziata la carriera nel mondo creativo? È sempre stata una tua passione?

Ho iniziato a dedicarmi all’ambito creativo da piccolissimo, poiché mio padre, a lungo impiegato di banca ma con la passione per il disegno, da giovanissimo intraprese corsi di disegno per lettere; la sua esperienza ha segnato anche me, poiché, custodendo lui tutti i suoi disegni per le missive, verso i dieci anni ho iniziato a tentare di riprodurli. Quando ho finito le superiori, ho subito compreso come il mio sbocco naturale fosse fare graphic design e ho deciso di varcare l’oceano e tornare in Europa. Già in quegli anni la creatività di noi sudamericani era molto apprezzata, poiché dove vi è la necessità, la mente si attiva per trovare soluzioni molto di più di quanto lo faccia laddove c’è benessere.

Alcuni appassionati di calcio ti conoscono perché anni fa hai firmato, in occasione di una delle più importanti partite del mondo, le scarpe di Leo Messi, che è tra l’altro un tuo concittadino…

Tutto è avvenuto in maniera assolutamente inaspettata; nel 2013, da parte del vicepresidente di Adidas Football mi arrivò un messaggio su Linkedin, nel quale si affermava che l’azienda aveva apprezzato i lavori ai quali mi ero dedicato precedentemente e mi chiedeva la disponibilità per una collaborazione; ho accettato senza esitare. Dopo aver firmato un contratto annuale di esclusività, mi chiesero di rappresentare l’inizio della carriera di Lionel Messi, allora stella del Barcellona. Ho contattato i miei amici a Rosario per un servizio fotografico nel quartiere di Leo, il Bajada, nella periferia sud della città. Dopo aver ricevuto il materiale necessario, sono stato invitato al quartier generale dell’Adidas per discutere i dettagli: è un luogo fantastico, dove si parlavano sei-sette lingue e vedevi gente proveniente da ogni parte del globo. Le scarpe vennero chiamate Pibe de Barr10 (il 10 è ovviamente esigenza di marketing dovuto al numero di Leo), che sta per ragazzo di quartiere. Debuttarono il 18 marzo 2015, in occasione del ritorno degli ottavi di finale tra Barcellona e Manchester City. Di Messi, che battè il calcio d’inizio, vennero inquadrate le scarpe: è superfluo dire che è stata un’emozione indescrivibile. Penso che le scarpe abbiano portato bene a Leo, che giocò una partita superlativa:, ricordo ancora il tunnel sul citizen James Milner, con l’ex tecnico blaugrana e futuro skyblue Pep Guardiola stupefatto in tribuna. Il fatto che un artista di Rosario avesse disegnato le scarpe per il più celebre calciatore della città, ha fatto il giro di tutti i notiziari e quotidiani locali. Certo, mi sarebbe piaciuto conoscere Lionel, ma il suo entourage mi ha assicurato che le scarpe erano state approvate in pieno dalla Pulce e dal padre, anche perché avevano degli inserti rossi e neri (i colori sociali dell’Atletico Newell’s Old Boys, dove Leo ha mosso i suoi primi passi calcistici) su base bianca.

Per concludere, l’arte è un mondo che si innova molto velocemente e richiede una non indifferente capacità di adattamento agli addetti ai lavori. Hai già in mente qualche nuovo progetto?

Oltre al progetto che avrà luogo a Zanni, sto lavorando ad altri futuri che mettano al primo posto la mia sensibilità personale, requisito fondamentale per qualsiasi artista. Di recente, mi sto interessando al mondo degli NFT (non-fungible token), nel cui ambito miro a diventare creatore di caratteri, sfruttando la mia esperienza da illustratore. Ritengo che, con il passare degli anni, gli NFT diventeranno sempre più parte integrante del mondo dell’arte, come tra l’altro testimoniato dagli investimenti plurimilionari da parte di molte aziende. Infine, sono una persona estremamente curiosa e sempre a caccia di nuove sfide, dunque cercherò di trarre dalle esperienze passate e future il necessario per crescere.

 

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