Instagram Facebook Youtube #abruzzoimpresa
AccediAccedi

Confesercenti lancia l'allarme: "Aziende in crisi, c'è il rischio di non ripartire"

Appello chiaro e senza mezzi termini quello di Carlo Rossi a nome di Confesercenti Abruzzo per un intervento forte e concreto dello Stato in favore dei piccoli imprenditori locali

di Marco Abbonizio

A tenere banco in queste difficili giornate è nuovamente la crisi economica che coinvolge le aziende abruzzesi ed italiane a causa dell'emergenza Coronavirus che ha portato la stragrande maggiornaza delle aziende del territorio ad una chiusura forzata ed ad una sospensione pressocché totale delle attività. La conseguenza, inevitabile, è stata un danno economico inquantificabile a cui lo Stato sta cercando di fare fronte attraverso misure d'emergenza in aiuto alle imprese; misure che, come sottolineato da Confesercenti Abruzzo, risultano attualmente insufficienti. 

Fotografia impietosa quella di Carlo Rossi, responsabile Confesercenti della provincia dell'Aquila, nell'allarme lanciato nei giorni scorsi a seguito di un sondaggio effettuato da SWG proprio per Confesercenti su tutto il territorio nazionale, dal quale emergono dati assolutamente preoccupanti. 

"Nella nostra provincia dell’Aquila - afferma Carlo Rossi - abbiamo un altissimo tasso di micro, piccole e medie imprese. Stiamo parlando di migliaia di attività del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, interi comparti del settore economico che andranno in difficoltà già a fine marzo, figuriamo dopo; molti, probabilmente, al termine di questa emergenza non riapriranno".

Come anticipato poc'anzi, in effetti, i dati emersi dal sondaggio condotto da SWG per Confesercenti, su un campione di piccoli e medi imprenditori tra il 19 ed il 23 marzo scorso, la dicono lunga sull'attuale situazione sul panorama italiano.

"Le misure varate dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus - prosegue Rossi - non sono sufficienti: il 67% degli imprenditori ritiene che i provvedimenti presi siano poco o per niente adeguati, mentre solo il 32% ritiene che siano efficaci. A preoccupare le imprese è soprattutto l’impatto dello stop prolungato sulla propria attività e sull’economia in generale. Il 44% degli intervistati non esclude la possibilità di non riaprire più, mentre un ulteriore 34% ritiene di essere a rischio se la sospensione dell’attività dovesse durare ancora a lungo. Il 50% si dice spaventato soprattutto da una possibile recessione economica, una quota praticamente identica a chi è preoccupato maggiormente dall’emergenza sanitaria (49%)".

"Pensiamo - sottolinea il marsicano - ai bar ai ristoranti che si sono trovati con i frigoriferi pieni di merce che hanno dovuto buttare oppure agli ordini di prodotti pasquali già arrivati e che non potranno vendere, ma dovranno pagare. Pensiamo al mondo della moda con i campionati primaverili già in casa, le ricevute bancarie da pagare ed i negozi chiusi con il campionario primaverile invendibile quando apriranno. Potremmo continuare con gli ambulanti, oramai fermi in quanto per i divieti di uscire nessuno vende da settimane, pensiamo agli agenti di commercio che sono fermi con gli ordini e potranno ripartire ben dopo la fine dell’emergenza. Con gli esempi potremmo andare avanti per molto: albergatori, b&b, agenzie di viaggio, professioni turistiche, laboratori artigianali, imprese edili, parrucchieri ed estetiste, studi professionali, attività di servizio ecc. Tutte queste attività - evidenzia il responsabile della provincia aquilana - possono sopportare una situazione come questa per un tempo limitatissimo. Queste aziende vivono dei ricavi giornalieri che reinvestono nella loro attività immediatamente. Se la situazione, come oramai certo, continuerà ancora queste imprese non saranno in grado di riprendere con i loro mezzi".

L'appello è evidentemente rivolto allo Stato italiano, per un intervento più significativo in favore degli imprenditori locali, messi letteralmente in ginocchio dall'emergenza Covid-19 destinata, come spiegato, ad andare avanti ancora per molto ed a lasciare strascichi postumi devastanti. 

"In queste ore - conclude Rossi - la nostra Presidente Nazionale, Patrizia De Luise, insieme alle altre organizzazioni di categoria, è impegnata al tavolo con il Governo, per discutere delle eventuali modifiche da apportare in sede di conversione parlamentare del Decreto “Cura Italia” e per far inserire sostegni e risorse adeguate alle necessità delle piccole e medie imprese nel cosiddetto decreto “Aprile”. Al pari, il nostro Presidente Regionale Daniele Erasmi, sta interloquendo con la Regione Abruzzo, sulla proposta di Progetto di Legge 106/2020 "Misure straordinarie ed urgenti per l'economia e l'occupazione", che andrà in discussione da domani in Consiglio Regionale D’Abruzzo".