Nuova avventura per Simone Di Tommaso, allenatore di pallavolo classe 1982 originario di Pescara e fresco di esperienza olimpica nelbeach volleyalla guida del tandem composto dall’ortonese Paolo Nicolai e Samuele Cottafava, che ha raggiunto gli ottavi di finale dei Giochi parigini. Il tecnico adriatico, dopo aver rassegnato le proprie dimissioni dagli incarichi federali, ha sposato il progetto dell’ Abba Pineto Volley, formazione che sarà al via del prossimo campionato di Serie A2.
Ma facciamo un passo indietro: Simone dopo il Liceo Classico ha frequentato la Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università D'Annunzio “Un’esperienza che mi ha dato molto non solo a livello umano nell’immediato, ma anche, nel lungo termine, a livello professionale, specie per quanto riguarda la metodologia”, ricorda. Erano gli anni in cui Simone aveva inizio la sua scalata verso i massimi livelli della pallavolo, un percorso che lo ha visto passare, in poco più di un decennio, dalle serie minori fino alla Serie A1 raggiunta nel 2018/2019 con la casacca del Ravenna.
“Il mio talento come pallavolista è sbocciato piuttosto tardi, - afferma Simone - ma nonostante questo ho comunque più di 100 presenza in Serie A. Sono però estremamente orgoglioso di aver vinto tutti i campionati che ho disputato: la mia gavetta è durata più a lungo rispetto a molti miei colleghi, ma mi ha dato tanto. Io sono piuttosto basso per questo sport (è alto comunque 176 centimetri, NdR) e questo ha fatto sì che dovessi sempre dare qualcosa in più degli altri: non mi sono mai risparmiato, fino ad arrivare in Superlega e toccare il mio apice, non solo come categoria disputata ma anche da un punto di vista sportivo. Mi sono goduto ogni singolo traguardo raggiunto, perchè vissuto con tanta intensità emotiva e perchè ho cercato con ardore di conseguire tutti gli obiettivi che mi ero prefissato.”
Tanta applicazione in campo ma anche dietro la scrivania per Di Tommaso, che si vedeva già quasi come un allenatore sul parquet e che, nella sua nuova carriera da tecnico, si sta togliendo soddisfazioni differenti rispetto a quelle vissute da giocatore.
“Ho sempre cercato di essere l’emanazione dell’allenatore - prosegue il tecnico pescarese - e questo mi veniva riconosciuto anche dai compagni di squadra: d’altronde, da bambino, appena scoperto questo sport, sognavo di diventare un pallavolista, mentre, divenuto pallavolista, il mio obiettivo era quello di allenare. A tal fine, già mentre studiavo all’Università avevo conseguito quasi tutti i gradi per diventare allenatore. Per questo, divenire allenatore della Nazionale di beach volley, nel 2021, è stato, agli occhi di molti, un riconoscimento alla mia applicazione: da tecnico godo di un credito maggiore rispetto a quello che potevo vantare da giocatore, per cui, al contrario, di quando giocavo, da allenatore ho fatto ben poca gavetta (ride, NdR). Per parte mia, è stata una scommessa vinta e non solo per i risultati raggiunti, con la coppia Nicolai - Cottafava stabilmente fra le migliori 10 al mondo. Ero un esordiente che attirava la curiosità di molti, ma suscitava reazioni di scetticismo in altri. Tuttavia, sia la Federazione sia i giocatori hanno sempre riposto fiducia in me e spero di averli ripagati dando sempre tutto me stesso e mettendo professionalità in tutto, a partire dalla metodologia”.
A metà aprile, però, il rapporto tra la Federazione e Di Tommaso si interrompe: Simone comunica che avrebbe lavorato con gli Azzurri fino all’ Europeo di Amburgo. La Federazione ha rispettato la decisione del tecnico, seguendo anche la sua richiesta di non rendere noto nulla di quanto appena detto, un gesto che l’allenatore pescarese ha apprezzato moltissimo, affermando che “tutti ci siamo comportati con estrema professionalità e umiltà. Ho sempre cercato di trasmettere unione, professionalità e qualità e ci siamo goduto ogni istante, fino all’ultimo. Abbiamo svolto un percorso eccellente, impreziosito da medaglie internazionali di assoluto valore che rendono bene la volontà di crescere insieme mediante il sacrificio comune: a valere più di qualsiasi medaglia, poi, è che Samuele Cottafava, nel 2021 un debuttante, ormai è tra gli astri nascenti di questo sport. Abbiamo costruito qualcosa di molto importante, che speriamo sia duraturo nel tempo”.
Dalla nazionale ad un club, l’Abba Volley Pineto, che Simone ha “sempre seguito, conoscevo sia i dirigenti sia i giocatori. La società quest’anno ha fatto degli investimenti importanti, non solo per quanto riguarda il tecnico o i pallavolisti, ma anche per quanto riguarda la preparazione. Nel corso della trattativa, l’interesse del direttore sportivo Massimo Forese è stato decisivo: ha dimostrato fortemente di volere me, pur sapendo che avevo impegni federali. Determinato? Basti pensare che sono tornato in Italia alle 18:00 di lunedì 19 agosto e un’ora stavo già dirigendo il primo allenamento della squadra”.
E per la stagione il nuovo tecnico dei teramani è cauto: evita di fare proclami, specie perchè “sono cambiate tante squadre e non c’è nessuna che possa vedersi come ammazzacampionato. Ci saranno squadre che per roster e solidità societaria ambiranno a disputare un torneo di prima fascia, altre che dovranno invece lottare per le zone di metà classifica o della salvezza. Noi ambiamo ad un torneo tranquillo, ma se a fine girone d’andata la classifica sarà migliore di quella preventivata, sarò il primo a non tirarmi indietro. Cercheremo di fare punti in ogni partita: non partiamo sconfitti, ma non siamo neanche presuntuosi”.
Simone ha vissuto in maniera parallela l’avventura olimpica con Julio Velasco, che con l’oro olimpico ottenuto alla guida della nazionale femminile è ormai divenuto un allenatore leggendario di questo sport il cui proprio stile di leadership, basata sull’importanza della valorizzazione del singolo all’interno del collettivo è sempre più conosciuto ed apprezzato: per tutti gli addetti ai lavori, afferma Di Tommaso, il tecnico italo argentino “è un mito ed un esempio da cui cercare di imparare il più possibile. L’ho sempre ammirato fin da quando ha allenato la nazionale maschile negli anni ‘90 e quando io ho giocato con il Ravenna e lui allenava il Modena, è stata una bella emozione. Ha competenze grandissime, specie nelle abilità comunicative, in quanto riesce ad entrare dentro le persone con un linguaggio chiaro che rende bene determinati concetti importanti: è questo l’ingrediente che lo rende un game-changer. I concetti da lui espressi in maniera che anche i ragazzi possano comprenderli al meglio e, in questo modo, farne tesoro. Julio è, consapevolmente o meno, un grande formatore umano”.
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