Eh già! Ma che bella regione l'Abruzzo, tutta da scoprire e da “gustare”, dal mare ai monti paesaggi incantevoli e cucina al top, dalla costa con la cucina a base di pescato fresco e locale, passando per le colline fino ad arrivare alle montagne con le specialità a base di carne e formaggi declinati in una infinità di piatti, il tutto annaffiato con dell'ottimo vino abruzzese, eccellenza della regione, ormai conosciuto in tutto il mondo. Ma la cucina abruzzese non è solo pesce, carne e formaggi, un ruolo di tutto rispetto lo giocano anche i legumi che grazie alle caratteristiche del territorio sono di ottima qualità. Le lenticchie nere di Santo Stefano di Sessanio, i ceci di Navelli e quelli della valle Peligna, le cicerchie di Castelvecchio Calvisio, i piselli Robiglio (o dei pastori) di Pizzoli, i fagioli Quaranta giorni dell'Alto Sangro, quelli della varità Gentile o Minutello o Monachelle della Valle Peligna e ancora quelli a Caffè e quelli Socere e Nore (Suocera e Nuora) tipiche della parte sud del Parco Nazionale della Majella, i fagioli a Olio di Montereale e Paganica, e ancora le fave e i lupini diffusi un po' in tutta la regione. Consumati dall'uomo fin dalla preistoria sia da soli che insieme ai cereali (grano, farro, mais, ecc.) i legumi sono da sempre alla base della dieta mediterranea, la combinazione tra legumi e cereali corrisponde un pasto completo di tutti i nutrienti fondamentali (carboidrati dei cereali e proteine e carboidrati dei legumi, più minerali e vitamine). Ricchi di molti minerali come il calcio, il ferro (contenuto in particolare nelle lenticchie di origine vulcanica) e il potassio, hanno anche un buon contenuto di vitamine del gruppo B e la vitamina E, danno molta energia ed il consumo regolare di legumi permette di controllare meglio il diabete (specie i lupini), contrastare il colesterolo elevato e le malattie cardiovascolari inoltre il buon contenuto di fibra favorisce la sazietà e un corretto funzionamento dell'intestino. Molto utilizzati come fonte proteica durante e dopo la seconda guerra mondiale a causa della scarsa disponibilità di carne, con la ripresa economica i legumi sono stati consumati sempre meno fino ad arrivare all'attuale consumo pro capite che in Italia e nella nostra regione è di circa 4,5kg l'anno e sicuramente andrebbe incrementato. Per evitare i tipici “disturbi intestinali” in alcuni soggetti predisposti conviene tenere i legumi secchi in ammollo, magari per una notte intera, e poi farli cuocere lentamente, consumarne una giusta dose (100-150g cotti) e al limite frullarli. Pasta e ceci, sagne e fasciùl, foije e fasciùl, granitt cò le fave, rìs e pisìll, lupì ammùllat e in questo periodo zuppe di legumi con le castagne sono piatti con notevoli proprietà nutritive e soprattutto buonissimi!
Foto da www.turismo.it
I miei riferimenti: Dr. Pietro Campanaro
Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta
info: 333.6898724; Blog http://nutraceuticafitomedicina.wordpress.com/; gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina
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