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Unione europea delle cooperative, resistono le Coop della moda sale di un 3% il numero degli addetti

Il distretto abruzzese del tessile, fra abiti e scarpe, vale circa 325 milioni di euro con una produzione esportata in molti Paesi europei e fuori dal Continente per i maggiori marchi del fashion

A cura della redazione

Crescono gli addetti delle cooperative abruzzesi dell’abbigliamento con +3% nel 2018 rispetto all’anno precedente con un dato in controtendenza rispetto ai dati globali dell’intero settore dell’industria del tessile e dell’abbigliamento, che invece fa registrare una flessione in termini di posti di lavoro del -3%. È quanto emerge da una analisi di Uecoop Abruzzo, l’Unione europea delle cooperative, su dati Camera di Commercio di Teramo dalla quale emerge che l’abbigliamento è ancora un comparto in grado di offrire occupazione a 13.904 persone, la maggior parte donne, tra manifattura, trasporti, tintura, sartoria, amministrazione. 

Il distretto abruzzese del tessile, fra abiti e scarpe, vale circa 325 milioni di euro con una produzione esportata in Svizzera, Canada, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti e lavora per i maggiori marchi del fashion. Quello della moda – si legge in iuna nota di Uecoop - è uno dei settori abruzzesi che in questi ultimi anni ha pagato un caro prezzo alla crisi con decine di medie aziende con più di 20 dipendenti che hanno chiuso, mentre resiste una rete di imprese artigianali che costituisce la maggior parte del tessuto produttivo. Nonostante il calo degli addetti, il settore resta però strategico per la regione con il mondo delle cooperative capace di creare posti di lavoro e stabilità occupazionale grazie a tassi di crescita degli addetti che nella provincia di Teramo raggiungono il +18%, mentre Pescara è al +2% e Chieti e L’Aquila sono stabili.

A livello nazionale - evidenzia Uecoop su dati camera di Commercio di Milano Lodi e Monza - sono 223mila le imprese del settore, che impiegano 904mila addetti e sviluppano 112 miliardi di fatturato. La moda italiana vale un export da oltre 50 miliardi in un anno: tra abbigliamento, accessori e calzature. In particolare sono aumentate le esportazioni di borse (+4,5%) con 8,4 miliardi, di maglieria (+6,1%) con 2,5 miliardi, di tappeti e moquette (+11,3% ciascuno) con 146 milioni. I tre maggiori partner italiani sono: Francia (10,4% del totale), Svizzera (9,6%) e Germania (9,2%). E se la Francia è il principale partner per articoli di abbigliamento, maglieria, tappeti, calzature e pellicce, Hong Kong eccelle per abbigliamento sportivo, la Germania è prima per tessuti e per camicie, T-shirt e intimo, la Svizzera per borse e pelletteria, gli Stati Uniti per biancheria per la casa, la Romania per filati, passamanerie e bottoni. Export in crescita in Cina (+15,5%), Corea del Sud (+10,8%) e Tunisia (+5,9%) con il successo dei i filati in Cina, i tessuti in Marocco, la biancheria per la casa in Israele, i bottoni in Sri Lanka, la maglieria in Cina, l’abbigliamento sportivo a Macao, le borse in Serbia e le scarpe in Cina e Canada.

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