Tre Caratteri, il birrificio nato dal legame di tre amici di Vasto

Una start up che nasce dal legame di tre amici di Vasto. Parliamo di Tre Caratteri, il birrificio artigianale nato nel 2019 in Sicilia. A fondarlo: Rocco Menna, Alessandro Notaro e Nicola Fiore tre caratteri appunto, diversi, che hanno deciso di investire in un settore in grande crescita, quello della birra. La sede della società è Riposto vicino Catania, un luogo dove l'acqua utilizzata per la produzione, proviene direttamente dall'Etna che è il grande valore aggiunto di questa birra di alta qualità.

Abbiamo intervistato l'ideatore di questo progetto Rocco Menna.

Il birrificio Tre Caratteri dicevamo, è la storia di tre amici di Vasto. Come è nata questa avventura imprenditoriale?

«È nata da una mia idea in quanto appassionato di birre artigianali e da un sogno che avevo da tempo nel voler realizzare un prodotto che si distinguesse dagli altri in commercio e legarlo al mondo del ciclismo quale appassionato. Dopo aver individuato il territorio, Riposto, vicino Catania, e la struttura quale sede operativa della società, ho immediatamente coinvolto il mio amico di infanzia Alessandro Notaro, oggi noto manager della Fineco Bank e successivamente Nicola Fiore anima commerciale. Tre amici dai Tre Caratteri completamente diversi ma con un fine comune “Far conoscere il nostro prodotto al mondo”».

Cosa vi ha spinto a scegliere la Sicilia per quel che concerne la produzione?

«L’idea di fare una birra dissetante, ricca di sali minerali e con sentori tropicali e agrumati. Normalmente la birra ha oltre il 90% di acqua, pertanto è fondamentale la sorgente delle nostre birre, infatti l’acqua proviene direttamente dall’Etna che grazie all’incessante attività del vulcano, studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno evidenziato molteplici proprietà benefiche nonché la ricca mineralità. Nella fermentazione successivamente, vengono aggiunte scorse di arancia tipiche del territorio, specie sulla nostra bionda BRAKE, Lime nella nostra Blanche “ruotalibera” e pistacchi di Bronte, nella nostra rossa “Distanza”».

Quali sono le caratteristiche della vostra birra e in quali mercati operate?

«Siamo partiti con la prima produzione nel novembre 2019, abbiamo affrontato un periodo difficilissimo quale il Covid-19, a Gennaio 2020 ci furono i primi casi e a distanza di qualche giorno ci siamo ritrovati con l’intero mercato chiuso, abbiamo investito e consapevoli che avremmo preso una “botta” assurda invece ci siamo subito attivati nel web, nel canale On-Line e successivamente nella GDO che ci ha permesso di far conoscere i nostri prodotti ai consumatori, non ci siamo abbattuti in quanto consapevoli che il prodotto piace. A distanza di due anni possiamo essere soddisfatti di quanto abbiamo fatto ma soprattutto di non aver mollato, probabilmente chiuderemo il 2021 con un importante traguardo, 40.000 bottiglie, per essere una start-up, è un importante risultato».

Lei proviene dal settore del vino e lavora in un’importante realtà che è Fantini Group. Quanto hanno in comune il mondo del vino e quello della birra?

«La birra artigianale sta creando molto appeal tra i giovani anche se i dati ISTAT evidenziano come il 54% degli Italiani beve vino, la restante percentuale beve birra e/o altri alcolici. Entrambe le bevande sono buone e risulta difficoltoso decretare quale sia la migliore. Probabilmente è solo una questione di preferenza. I canali sono i medesimi del vino, pertanto avere l’opportunità di far conoscere il prodotto a chi acquista birra altrove è un grosso vantaggio. In quanto consapevoli della nostra qualità».