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Turismo: persi miliardi di euro per un settore che rappresenta il 13% del Pil

Confindustria Chieti Pescara punta su taglio delle tasse e vouchers per chi in futuro sceglierà la vacanza in Abruzzo

di Marco Abbonizio

Un aiuto concreto e immediato per le aziende che operano nel settore turismo, a partire dall'annullamento per tutto l’anno in corso delle imposte nazionali e locali. A chiederlo è Confindustria Chieti Pescara la cui Sezione Turismo alza il livello di allarme su una situazione gravissima per l’intero comparto. “Parliamo di perdite stimate in 120 miliardi di euro di volume d’affari a livello nazionale”, spiega il presidente Silvano Pagliuca, “è una condizione da profondo rosso per uno dei settori più colpiti economicamente dalla pandemia in atto, un settore che rappresenta circa il 13% del Pil italiano. E non dimentichiamo che dietro i numeri ci sono le persone. Bisogna agire subito, azzerare le tasse e sostenere il comparto nel tempo, perché l’evoluzione dell’emergenza impatterà ancora per mesi sugli spostamenti e quindi sulla tenuta dell’industria del turismo”.

Un quadro drammatico che impone scelte immediate a sostegno della categoria. Confindustria chiede un doppio intervento: la cancellazione totale, e non la traslazione, di tutte le tasse nazionali e locali che riguardano il settore turistico fino a dicembre 2020, l’annullamento della Tassa di occupazione del suolo pubblico, di Cosap, Imu, Tari, imposta sulla pubblicità, tassa di soggiorno e imposta demaniale. E poi, l’emissione di vouchers per tutte le famiglie fuori regione che decideranno di venire in Abruzzo durante l’anno in corso. Si tratta di buoni spesa, del tipo di quelli adottati anni fa per il terremoto dell'Aquila, che dovranno essere commisurati al numero dei componenti del nucleo familiare e ai giorni di permanenza in regione.

“Se un settore non produce nulla, non può contribuire in nulla”, afferma Lucio Laureti, vice presidente della Sezione Turismo di Confindustria Chieti Pescara, “le strutture alberghiere, quelle di ristorazione e quelle dei sevizi turistici non avranno fatturato e tanto meno utili nel corso dell’anno. Enormi le limitazioni sanitarie necessarie, azzerate le presenze turistiche straniere, impossibile la fruizione dei servizi rispettando le distanze sociali, e difficile pensare ad una capacità di spesa da parte degli utenti che normalmente vengono nell’area Pescara-Montesilvano e sulle coste teatine. Un quadro insomma, che impone di salvare un comparto fondamentale. Lo Stato e gli Enti locali devono intervenire”.

“Il settore è paralizzato”, aggiunge Pagliuca, “è inverosimile che gli operatori debbano pagare per qualcosa che in questo momento non esiste, come ad esempio la pesantissima tassa sui rifiuti che continua a rimanere in piedi nonostante le attività non producano alcun reddito. Si tratta di una situazione assurda che va subito sanata per cercare di arginare la frana in corso”.
Prospettive future incerte non permettono di vedere l’inizio della ripartenza. “Il blocco dei flussi turistici e le caratteristiche strutturali del mercato in questione”, conclude il Presidente, “non consentiranno di recuperare le perdite nel breve termine. La stagione estiva è compromessa e i tempi di rientro alla normalità saranno lunghi, in particolare per la clientela internazionale che costituisce la metà del nostro mercato”.

Le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020 si sommano al vertiginoso calo delle ricerche online relative a viaggi, turismo e divertimento. Secondo una recente indagine di Parchi Permanenti Italiani, tali ricerche sono diminuite nel mese di marzo 2020 di oltre il 37% rispetto al dato del mese precedente, e sono dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Il prossimo passo, annuncia Confindustria, sarà la messa in campo di strategie per il rilancio dell’economia di settore.

 

Foto tratta da Turismo.eu
 

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