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Traforo del Gran Sasso, chiusura o commissariamento?

Uno scenario tragico quello che si prefigura davanti agli occhi di cittadini, imprenditori e istituzioni che dopo la mezzanotte del 19 maggio rischiano di non poter più percorre la A24 L’Aquila-Teramo in entrambe le direzioni e sine die

Laura Tinari

Tutto è iniziato nei giorni scorsi, quando Strada dei Parchi, la concessionaria delle autostrade A24 e A25, ha annunciato che, per evitare di incorrere in ulteriori contestazioni correlate a presunti pericoli di inquinamento delle acque di superficie, sarebbe stata costretta, suo malgrado, ad interdire traffico nelle gallerie del Gran Sasso sulla A24, in entrambe le direzioni di marcia.

Ad accendere la miccia è stata l'inchiesta della Procura di Teramo sugli sversamenti di sostanze pericolose nel bacino idrico, con i vertici di Strada dei Parchi che sono finiti sotto inchiesta insieme ai responsabili dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e della Ruzzo Reti per l'ipotesi di reato di “inquinamento ambientale”. Cercare di “Evitare la reiterazione del reato” è stata la provocazione lanciata dalla concessionaria, che ha ribadito come i lavori di messa in sicurezza dovrebbero essere posti in opera dal soggetto proprietario dell'infrastruttura, e cioè dallo Stato. Per questoStrada dei Parchi è stata la prima a chiedere la nomina di un Commissario straordinario per risolvere il problema dell'acquifero, altrimenti, in autotutela, chiuderà il traforo.

Lo ha fatto con una lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ai Prefetti di L’Aquila, Giuseppe Linardi, e Teramo, Graziella Patrizi, alla Regione Abruzzo, all’Ispra, all’Anas, all’INFN e a tutti i soggetti interessati. Una missiva in cui Strada dei Parchi ha ribadito, inoltre, che gli interventi di messa in sicurezza individuati dalla Regione Abruzzo sono estranei al rapporto concessorio relativo alla gestione delle autostrade in questione, come riconosciuto dallo stesso Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Direzione Generale sulla Vigilanza delle Concessioni Autostradali.

Uno scenario da incubo, che ha subito allertato cittadini, imprese e istituzioni sulle difficoltà e i danni che da tale scelta potrebbero scaturire per una regione e non solo: isolamento di intere porzioni di Abruzzo in primis.

Da subito la Concessionaria ha chiarito, però, che per salvaguardare il periodo di Pasqua e i successivi ponti del 25 aprile e 1maggio la chiusura delle gallerie del Gran Sasso nella tratta dell’autostrada A24, tra gli svincoli di Assergi e Colledara/San Gabriele, sarebbe stata differita alle ore 24 del 19 maggio 2019.

Dopo giorni di allarmi da più parti, ieri si è espressa anche la Giunta regionale, presieduta da Marco Marsilio, che su proposta del vice-presidente con delega al Sistema idrico, Emanuele Imprudente,ha approvato la richiesta al presidente del Consiglio dei Ministri di nominare un Commissario straordinario per la gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso. “Dal momento che le gallerie autostradali del Gran Sasso sono materia fondamentale della rete autostradale dell’Italia centrale e che i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare rappresentano una realtà di eccellenza scientifica a livello mondiale, la problematica relativa alla loro coesistenza con le opere acquedottistiche gestita alla Gran Sasso Acqua e dalla Ruzzo Reti, e più in generale con l’acquifero del Gran Sasso, al servizio di 700mila persone, non può che essere di rilevanza strategica nazionale - si legge in una nota -. In più la stretta interazione esistente tra il traforo stradale, i laboratori sotterranei di fisica nucleare, le captazioni idropotabili e, più in generale, l’acquifero, deriva direttamente dalla modalità con cui le opere infrastrutturali sono state a suo tempo realizzate ed è ulteriormente complicata dalla impossibilità pratica di sospendere anche solo temporaneamente l’esercizio di ognuna delle tre infrastrutture (galleria autostradale, laboratori dell’INFN e la fornitura di acqua potabile da pubblico acquedotto). Si tratta, quindi, di un atto che presuppone il preventivo accertamento della condizione di emergenza connessa alle criticità relative alle interconnessioni tra il traforo autostradale del Gran Sasso, i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), le captazioni ad uso potabile e, più in generale, l’acquifero del Gran Sasso”.

La Giunta, oltre a richiedere il commissariamento ha anche chiesto al presidente del Consiglio e al ministero dell’Ambiente di “voler affrontare, con una normativa ad hoc il tema dell’applicabilità della disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, alla specificità del sistema di captazione della acque destinate al consumo umano dal sistema idrico del Gran Sasso”.

Un “NO” a deroghe alle leggi per la tutela dell’ambiente e della salute è arrivato, però, sabato scorso dal sottosegretario abruzzese con delega ai Beni culturali, Gianluca Vacca, che, a Pescara ha incontrato comitati e associazioni ambientaliste per discutere della messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.Di contro il Sottosegretario propone un tavolo istituzionaletra ministeri interessati, istituzioni ed enti coinvoltie la nomina di una figura di coordinamento.

Al momento l’unica certezza è quella spada di Damocle che alla mezzanotte del 19 maggio cadrà su tanti utenti abruzzesi e non con la chiusura da parte di Strada dei Parchi del traforo del Gran Sasso, in entrambe le direzioni e a tempo indeterminato.

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