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Arriva a Pescara l’auto di scorta di Giovanni Falcone

L’evento fa parte del Progetto per la promozione della cultura della legalità, della cittadinanza attiva e responsabile” organizzato dal “Premio Borsellino”

di Melissa Di Sano

In occasione  del ventiseiesimo anniversario della strage di Capaci, da sabato 12 maggio a lunedì 14 maggio si svolgerà a Pescara una importante iniziativa. Nell’ambito del Progetto per la promozione della cultura della legalità, della cittadinanza attiva e responsabile” organizzato dal “Premio Borsellino” in collaborazione con il Miur e l’associazione “Falcone e Borsellino”  sarà a Piazza Sacro Cuore la “Quarto savona 15” l’auto di scorta di Giovanni Falcone distrutta dall’esplosione di Capaci dentro la quale furono trucidati il giudice, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Uno dei simboli della memoria della strage e di lotta alla mafia: lo sfrontato manifesto di morte e terrore della mafia. A distanza di 26 anni dal tragico evento ancora oggi la vettura percorre chilometri per testimoniare la forza della legalità, nonostante sia stata colpita in pieno dalla deflagrazione di 600 chili di tritolo

Portando la teca da Palermo a Pescara, si vuole raccontare la storia di chi viaggiava su quell’auto, i ragazzi della «Quarto Savona 15» (questo il nome in codice della scorta), e permettere ai cittadini e soprattutto agli studenti di rendere omaggio ai ragazzi della scorta di Falcone che viaggiavano su quell’auto che il 23 maggio 1992 e fu colpita in pieno dalla deflagrazione e ritrovata distrutta, in un uliveto a diverse centinaia di metri di distanza dal luogo dell’attentato. È un orrore raccontato attraverso una serie di dettagli che fanno storia e che costituiscono memoria. Quell’auto è il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un monito perenne per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie. “Abbiamo sentito il dovere di organizzare la tappa abruzzese di un viaggio che, grazie a Tina Montinaro e alla Polizia di Stato, percorre le città dell’Italia per affermare che la memoria di uomini straordinari che hanno perso la vita per la democrazia è viva solo se tutti insieme riusciamo a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie», ha detto Gabriella Sperandio, il presidente della  associazione “Falcone e Borsellino . La memoria è ricordo e anche speranza, è la speranza che passa da un percorso di cultura e legalità realizzato da anni all’interno delle scuole e nei confronti di ragazzi che quel giorno non erano ancora nati.

Sono le 17.56 del 23 maggio 1992 quando la Croma marrone su cui viaggiano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone viene spazzata via da 600 chili di tritolo che fanno saltare in aria un pezzo di autostrada all'altezza dello svincolo di Capaci. Un cumulo di ferraglia è quel che resta oggi della vettura che, in una teca, dal 12 al 14 maggio rimarrà esposta a Piazza Sacro Cuore, per la prima volta in Abruzzo.

Resta poco, quasi niente. Un’auto accartocciata, distrutta dalla massiccia carica esplosiva, che restituisce a chi la guarda un numero ancora ben visibile: 100.287. Sono i chilometri percorsi sino a quel tragico momento dall’auto in cui si muovevano i tre uomini della scorta. Tre vite spezzate, tre vite che anche attraverso questa iniziativa l’associazione prova a far rivivere, a raccontare. Per sensibilizzare i territori e le giovani generazioni a combattere contro la mafia, contro la cultura mafiosa, e per non dimenticare la strage di Capaci. Per questo, Matilde e Tina Montinaro, rispettivamente sorella e moglie di Antonio, hanno espresso il desiderio che la macchina potesse attraversare l’Italia. Il suo passaggio significherà un momento di memoria condivisa e rappresenterà soprattutto la speranza che quella Croma possa continuare a camminare attraverso ognuno di noi, perché quella strage del 23 maggio in realtà non l’ha mai fermata. 

A inaugurare la mostra promossa dal “Premio Borsellino”, la vedova del caposcorta, Tina Montinaro, nell'ambito del progetto "Quarto Savona 15: la memoria in marcia", dal nome in codice della scorta. Perché quel viaggio - in tutti questi anni - non si è mai interrotto, toccando altre città d'Italia grazie all'impegno dei familiari e della Polizia di Stato. Presenti alla cerimonia circa 1000 studenti provenienti dalle scuole di tutto la regione, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il prefetto Luigi Savina vice capo della Polizia, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini che ha parlato di "monito perenne, in memoria di uomini straordinari che hanno perso la vita per la democrazia".

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