Il vino visto dal nutrizionista

Nei giorni della grande kermesse del Vinitaly, la più grande manifestazione internazionale dedicata al mondo dei vini giunta alla sua 53a edizione, non potevo non parlare di questa eccellenza abruzzese conosciuta e “riconosciuta” in tutto il mondo. Giusto per far capire l'importanza della manifestazione cito qualche dato estrapolato dal sito ufficiale del Vinitaly: 4550 aziende partecipanti di cui 120 abruzzesi e 18235 vini presentati di cui 539 della nostra regione. Ma qual è il punto di vista del nutrizionista nei confronti di questa bevanda (anche se come termine è molto riduttivo)?

Famoso componente della triade Bacco, Tabacco e Venere (che riducono l'uomo in cenere!) fino a un decennio fa i medici si sono sgolati a consigliarne un consumo molto moderato o addirittura proibirlo per evitare danni gravi alla salute mentre più di recente, confortati anche da studi scientifici più approfonditi, il vino è stato ampiamente rivalutato anche e soprattutto nei confronti di quelle patologie per cui veniva sconsigliato.

Il vino ha una storia molto antica, sono stati trovati reperti fossili di tralci di vite risalenti a 2 milioni di anni fa ma la vera nascita del vino viene fatta risalire all'incirca a 9-10 mila anni fa nella zona del Caucaso forse in seguito ad fermentazione casuale dell'uva. Le prime coltivazioni della vite risalgono al 1700 a.C. ma sono stati gli antichi egizi, qualche secolo più tardi, i primi a coltivarla in maniera intensiva e a produrre vino di qualità che però era riservato alle classi sociali più elevate. Con l'impero romano si ha una ulteriore diffusione della coltivazione della vite che però diventa bevanda “popolare” essendo consumato anche dalle classi sociali più basse. Da ricordare anche il valore sacro di questa bevanda che nel Cristianesimo simboleggia il sangue di Cristo.

Il vino è composto per la maggior parte di acqua e alcol in quantità variabile in base alla gradazione alcolica e contiene diverse sostanze con proprietà curative e preventive per cui allo stato attuale viene considerato a tutti gli effetti un nutraceutico ovvero un alimento che consumato regolarmente e nel giusto quantitativo apporta benefici alla salute; tra le sostanze più importanti abbiamo i polifenoli contenuti specie nel vino rosso e tra questi in particolare il resveratrolo che ha effetti positivi nella prevenzione dell'arteriosclerosi, dell'infarto e dell'ictus, ha proprietà antinfiammatorie generali e migliora la coagulazione del sangue inoltre contiene sali minerali come calcio, sodio, potassio, zinco, fosforo, fluoro e magnesio, vitamine A, K e molte del gruppo B.

La domanda che spesso viene fatta al nutrizionista è quanto vino si può consumare in una giornata e in diversi studi scientifici che si sono occupati negli anni più recenti delle proprietà del vino si è giunti alla conclusione che la dose giusta per avere il massimo dei benefici e il minimo degli effetti collaterali è di 350ml al giorno ovvero circa due bicchieri a cui aggiungerei delle considerazioni personali: da consumare preferibilmente ai pasti in quanto favorisce la digestione e che sia di qualità. C'è molta differenza tra un vino prodotto con delle ottime uve che esprimerà il massimo delle sue potenzialità e dei suoi principi attivi ma ovviamente avrà un costo maggiore, rispetto ad un  vino molto “commerciale” in cui giocoforza la materia prima non potrà essere di elevata qualità. Allora oltre a cercare di stare nelle quantità consigliate cerchiamo di fare delle scelte di qualità per il vino così come per altri alimenti per il bene del nostro organismo e in Abruzzo sulla qualità dei vini e degli alimenti non siamo secondi a nessuno!

 

I miei riferimenti: Dr. Pietro Campanaro

Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta

info: 333.6898724; Blog http://nutraceuticafitomedicina.wordpress.com/; gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina; Twitter: @nutraceuticafit; canale Youtube: Pietro Campanaro