Con Manager/Politico - Politico/Manager (FrancoAngeli) aveva anticipato la “svolta” tecnocratica del governo Monti, con GeRussia (Castelvecchi) “intuito” le inedite traiettorie strategiche tra Germania e Russia esemplificate nella pervicace difesa della grande opera energetico/infrastrutturale NordStream 1/2; con Babel (Castelvecchi) ha individuato e descritto i sintomi della crisi del mondo globale, evocando quei “salti di paradigma” tecnologici che accelerano il “paretiano” ricambio delle élite: in questi giorni, Salvatore Santangelo torna in libreria con Geopandemia, appeno uscito per i tipi di Castelvecchi nella collana Esc.
Siamo di fronte a un volume che parte dalla convinzione che gli effetti della pandemia da Covid-19 - in quanto globali, sistemici e pervasivi - rappresentano il Cigno nero in grado di mettere all’angolo quella che Ulrich Beck definisce la «società del rischio».
A ciò si unisce la percezione che all’emergenza sanitaria, nei prossimi mesi, si aggiungerà una recessione globale e una nuova definizione dei rapporti di forza a livello mondiale.
La sfida geopandemica farà sì che nell’era della post-globalizzazione la conflittualità non si manifesterà solo nella vecchia dimensione spaziale/istituzionale, ma anche attraverso una verticalizzazione delle contrapposizioni all’interno di ogni singola realtà statuale.
Santangelo, aquilano, classe 1976, non solo è giornalista professionista, docente universitario e commentatore dell’attualità geopolitica per i media nazionali (tra questi Radio Radicale), ma anche imprenditore (è presidente di una delle più importanti realtà formative per i “mestieri” del cinema - “Roma Film Accademy” - e fondatore di una startup - “Aretè” - che produce contenuti innovativi per la comunicazione sia analogica che digitale). Proprio l’interdisciplinarietà e la diversità degli approcci gli consentono di avere un originale punto di vista sulle dinamiche della nostra contemporaneità.
Geopandemia - pur nella sua sinteticità - delinea ben 4 traiettorie da seguire per intuire i contorni del mondo che verrà: 1) per affrontare le nuove sfide si dovrà attingere alla saggezza degli antichi, nel cui orizzonte esistenziale era sempre presente la dimensione “tragica” della storia; 2) la fiducia tra cittadini e istituzioni (e la capacità stessa di generare fiducia) sarà un asset strategico; 3) si assisterà a un rinnovato protagonismo dello Stato in campo economico e a una crescita delle sue articolazione e degli apparati burocratici; 4) la competizione tra le potenze si misura e si misurerà sempre più sulla qualità del capitale umano, in questo senso la sfida è sulle biotecnologie, sui calcolatori quantistici, sull’intelligenza artificiale e sulla capacità di collezionare e analizzare dosi sempre più massicce di dati.
Come ha scritto Andrea Fontana (sociologo della comunicazione e padre dello Storytelling aziendale italiano), ci troviamo di fronte a «Un libro intenso e provocatorio. Da leggere e ponderare. Ogni pagina potrebbe gemmarne altre dieci».
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