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Danilo Marconi: un cantautore emergente all’inseguimento di un sogno

Il giovane artista frentano Danilo Marconi si racconta attraverso un viaggio approfondito nel suo primo album “Comuni disagi”, disco uscito nei giorni scorsi con i primi due singoli su tutte le piattaforme

di Marco Abbonizio

Una passione per la musica che viene da lontano, dall’alba del nuovo millennio, con un’infanzia scandita prima dal ritmo classico del pianoforte per poi evolversi passando al rock della chitarra, rispecchiando un po’ l’andamento della vita e delle emozioni provate. Da quel primo concerto all’età di otto anni nella storica Abbazia di San Giovanni in Venere è trascorso tanto tempo, ed oggi l’emergente cantautore frentano Danilo Marconi ha fatto il suo debutto ufficiale su tutte le piattaforme con un album scritto di proprio pugno che ha tanto, ma davvero tanto da raccontare: dall’amore spassionato per la natura, sentimento che si ricalca in un percorso di studi ruotato intorno a turismo e sostenibilità, fino ad arrivare a toccare temi sociali forti raccontati attraverso velati (ma non troppo) riferimenti alla politica ed alla psicologia umana, passando per l’amore preso in ogni suo aspetto più o meno bello che sia.  Tutto questo riassunto in due parole: “Comuni disagi”, l’enigmatico titolo di un disco che l’emergente artista ha deciso di mettere a nudo nell’intervista per la redazione di Abruzzo Impresa.

Danilo, partiamo immediatamente dall’album: come si compone e quali sono le chiavi di lettura, o meglio, di ascolto?

«Comuni disagi è un disco di nove canzoni, tutte frutto di uno stato d’animo di tormento che stavo vivendo sostanzialmente dopo la laurea, quando le mie speranze si sono scontrate con una realtà estremamente difficile in relazione alla ricerca del lavoro dei miei sogni. L’angoscia dovuta alla disoccupazione accompagnata da una delusione sentimentale, il tutto a cornice di una rabbia e di un rancore che provavo e che provo nei confronti di certi comportamenti che l’essere umano attua quotidianamente nella totale mancanza di rispetto del prossimo e del mondo, hanno partorito un album che racconta questo e tanto altro ancora, sintetizzando nel titolo gli stati d’animo provati da me e da tantissime altre persone. Il genere lo definirei “Indie” ma non totalmente: penso che il sound sia piuttosto variabile e questa è sinceramente una cosa che mi piace molto e che ho voluto fortemente. Ho provato a mettere insieme anche rock e pop creando un’altalena di suoni che tiene però fede ad un unico storytelling che si sposa a pieno con quello che è il reale significato del disco».

Bene, ora entriamo più dentro i testi racchiusi in queste canzoni: cosa si cela dietro i racconti di Danilo Marconi?  

 «L’obiettivo dei miei testi è quello di suscitare emozioni, anche differenti, in chi ascolta: tutte le canzoni racchiudono in parte dei pensieri e degli stati d’animo che non sono mai riuscito ad esprimere a famigliari ed amici, facendo venire fuori una parte di me fino ad ora coperta dalla nebbia. I miei testi sono stati dunque principalmente uno sfogo che mi ha aiutato a stare bene durante delle fasi difficili della mia vita. I feedback che ho ricevuto per le prime due canzoni uscite mi hanno fatto capire che in parte sono riuscito a cogliere nel segno, perché diverse persone mi hanno fatto sapere di essersi riviste in questi sentimenti e di aver in qualche modo rivissuto sulla loro pelle questi comuni disagi, appunto. I messaggi sono in gran parte legati all’ambiente ed al sociale, come in “Pioggia ancora”, dove simulo una chiacchierata con un mondo arrabbiato che vede nel genere umano una minaccia. Non mancano riferimenti alla politica, come in “Panni stesi” ed in “Refugee’s canticle”, dove i temi ricorrenti sono legati alla piaga dell’immigrazione colta sotto diversi punto di vista. Ovviamente sono tanti anche i richiami al tema dell’amore, come in “Voglia e desiderio”, una traccia legata alle conseguenze di un amore che finisce attraverso un viaggio introspettivo che mette a nudo tutte le fragilità sentimentali e psicologiche dell’essere umano in quella particolare condizione».

Dove è possibile ascoltare questo album e dove sarà possibile vederti suonare dal vivo?

«Ci tengo a precisare che non ho etichette discografiche che hanno curato la mia produzione: la mia è un’etichetta indipendente chiamata Castle Records AZ, in riferimento alla casa di mio nonno ed alle mura che hanno visto nascere e registrare questo progetto a Mozzagrogna (CH), all’interno della quale sperimento quotidianamente anche musica elettronica. Il disco viene distribuito da DistroKid e si potrà ascoltare nella forma completa a partire dal 6 aprile su Spotify, Youtube, Amazon Music, Apple Music e tutte le principali piattaforme ed app dedicate all’acquisto ed alla riproduzione di musica. Per l’acquisto dell’album fisico mi sto muovendo per il momento attraverso partnership con alcuni negozi della zona, ma per ora è solo un’idea dato che sono solo due ad oggi le canzoni uscite sulle varie piattaforme. Per i “live” purtroppo bisogna aspettare di uscire da questa spiacevole situazione di emergenza; c’è stato già in realtà un inedito quest’estate a Cala Luna a San Vito Marina (CH), ma spero vivamente che sia stato solo l’inizio di una meravigliosa esperienza. Il mio sogno è infatti quello di poter un giorno esibirmi in qualche festival di prestigio: è un desiderio che coltivo da tanto tempo e per il quale darò tutto me stesso finché mi sarà possibile».  

C’è una dedica particolare che intendi legare a questo album?

«Ci tengo a ringraziare i miei compagni di viaggio, il batterista Emanuel De Luca ed il bassista Pasquale Fonzo in arte “Alan Drax”. La dedica ovviamente non può che essere per la mia famiglia, mia madre e mio padre che mi hanno sempre sostenuto in tutte le scelte della mia vita; a mia sorella ed a mio cognato, che mi hanno aiutato in questo progetto, ed al mio meraviglioso nipotino che rende ogni giorno speciale. Inoltre ringrazio tutti gli amici che mi sostengono quotidianamente e che da sempre credono in me».

Clicca qui per ascoltare “Voglia e desiderio”

Clicca qui per ascoltare “Panni stesi”

 

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