Sicurezza, i sindaci abruzzesi disertano l’incontro con Strada dei Parchi

Un evento che avrebbe dato risposte alle tante e continue richieste che i sindaci dei comuni attraversati dalle autostrade A24 e A25 continuano a riversare nelle lettere che inviano. E, invece, nel momento in cui si poteva arrivare ad un confronto face to face, loro decidono di disertare l’incontro convocato ieri all’Aquila proprio da Strada dei Parchi per fare il punto sulle condizioni di sicurezza e lo stato di salute dei due rami autostradali.

Assenze già annunciate che non sono state di certo una sorpresa per il vice-presidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, e per l’ad, Cesare Ramadori, che ha parlato di «occasione persa» e di «errore nel rifiutare le occasioni di incontro, poiché non si può barattare la sicurezza con questioni e polemiche di natura politica». Una decisione appunto annunciata e basata sul non voler riconoscere il Gruppo Toto come interlocutore, ritenendo di dover dialogare solo con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Circa 100 i sindaci di Lazio e Abruzzo invitati, circa 20 i Comuni presenti, spesso rappresentati da vice-sindaci, assessori o addirittura consiglieri comunali, come nei casi più eclatanti dell’Aquila e di Teramo. Per le città capoluogo di provincia, infatti, solo il primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, era presente, e nel suo intervento davanti ad un Auditorium Sericchi praticamente vuoto si è detto sorpreso: «Mi aspettavo un parterre decisamente più affollato, visto che si parlava di sicurezza». Per Chieti c’era l’assessore ai Lavori pubblici Raffaele Di Felice, per Avezzano il vice-sindaco Lino Cipolloni, a seguire qualche atro rappresentante di piccoli comuni della Marsica e delle aree interne al confine con il Lazio.

Durante l’incontro è stata ribadita da parte di Strada dei Parchi la sicurezza delle A24 e A25 e degli oltre 170 viadotti, che insistono sulle due tratte tra Abruzzo e Lazio e che non presentano criticità in merito alla tenuta statica. I due vertici della Società hanno sottolineato come il terremoto nel 2009 e i successivi (Amtrice e Norcia) abbiano testato la sicurezza antisismica di questa infrastruttura, precisando che solo in caso di una scossa di terremoto superiore a quella di 6.3 che ha investito L’Aquila non ci sarebbero garanzie. Di qui la precisazione di Ramadori «Ma in quel caso non le avremmo per nessuna infrastruttura del Paese». A ogni modo in merito ai lavori di messa in sicurezza antisismica è stato evidenziato il carattere dell’urgenza per le opere che rientrano tra gli interventi di manutenzione straordinaria e che secondo il contratto stipulato da Strada dei Parchi e Anas spetta allo Stato finanziare. La concessionaria ha, infatti, l'obbligo di coprire economicamente le sole opere di manutenzione ordinaria, pagate con i soldi dei pedaggi e per le quali ogni anno viene messo un tetto dal Ministero dei Trasporti. A tal proposito Fabris ha spiegato «Finora per la manutenzione ordinaria abbiamo speso il 104% della cifra prevista dal contratto, circa 25 mln di euro l’anno e non siamo autorizzati a spendere di più dal Ministero, per fare di più dovremmo modificare anche i pedaggi».

Al momento Strada dei Parchi è in attesa che sia approvato il Piano economico finanziario di 3 miliardi e 100 milioni, ad ora rimasto nel cassetto, e chiede al Ministero di iniziare a sbloccare almeno una parte di quei fondi riconosciuti e destinati ai progetti di messa in sicurezza: 192 mln di euro da utilizzare per intervenire su una dozzina di viadotti. I due vertici di Strada dei Parchi si sono detti «succubi delle scelte Ministero».