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Occupazione 2020, la triste fotografia dell’Italia e dell’Abruzzo

Nell’Europa che si avvicina al voto 2019, arriva il Report Occupazione 2020 di Open Polis, Agi e Istat: in Italia e in Abruzzo l’occupazione continua a scendere, donne e giovani restano i primi esclusi

a cura della redazione

Abbiamo festeggiato solo da qualche giorno il 1 maggio, la giornata dedicata al lavoro, ai lavoratori e alle lavoratrici e sull’Italia si abbatte impetuoso il Report Occupazione 2020 redatto da Open Polis (l’associazione che si occupa di open government, data journalism e monitoraggio civico della politica), che in collaborazione con l'Agi, elaborando i dati Istat, ancora una volta purtroppo mostra una brutta fotografia del mercato del lavoro, nel quale né l’Italia né l’Abruzzo danno una buona immagine di sé.

Nel focus sull’Europa che si avvicina alle elezioni si ripercorre la strategia adottata nel 2010 dalla Commissione europea per stabilire gli obiettivi da raggiungere nel decennio relativamente all’aumento dell’occupazione, alla lotta al cambiamento climatico, alla promozione di istruzione e ricerca, al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale.

Nell’ambito dell’occupazione l'obiettivo fissato era il raggiungimento del 75% di occupati tra i 20 e i 64 anni. Risultato mancato! Nel 2017, infatti, la percentuale di occupati tra i 20 e i 64 anni nell'Unione è stata del 72,3%, laddove per occupati si intendono tutte le persone che durante la settimana di osservazione hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuito o erano assenti solo temporaneamente dal lavoro.

I dati relativi ai singoli paesi rivelano che solo 16 stati su 28 si posizionano sopra questa media e che esistono forti disparità tra i tassi di occupazione dei membri dell’Unione.

L'Italia, per esempio, con un tasso di occupazione al 62,3%, è al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, a 10 punti percentuali dalla media del continente, lontanissima da Svezia (81,8%), Germania (79,2%) e Estonia (78,7%), le tre nazioni più virtuose.

Il report di Open Polis fa notare come "per facilitare il percorso dei paesi verso gli obiettivi di Europa 2020, i target generali sono stati tradotti da ogni paese Ue in target nazionali, individuati in base alle rispettive situazioni economiche e sociali di partenza". L’Italia aveva fissato il suo obiettivo più basso della media europea, ma nonostante ciò è comunque lontana dal raggiungerlo. Rispetto al 2008, anno di inizio della grande crisi economica, il nostro Paese è rimasto praticamente fermo, anzi, è regredito, perché 11 anni fa il tasso di occupazione era del 62,9%. Va un po' meglio se si confronta il dato di oggi con quello del 2013, quando si è toccato il punto più basso del decennio: 59,7%.

Ma se l’Italia vive queste difficoltà, l’Abruzzo di certo non va meglio nel confronto tra le regioni: la percentuale di occupati nel 2018 è stata del 62,2%, un decimo di punto sotto la media italiana (62,3%) ma a ben 10 punti di distanza dalla media Ue del 72,3%. Nel confronto con il 2008, si vede come il tasso di occupazione sia sceso dello 0,9%. Peggio di noi solo Molise, Campania, Puglia, Umbria, Calabria e Sicilia.  

"Rispetto all'obiettivo 2020 del 67% - si legge nel report di Open Polis - l'occupazione, in Italia, dovrebbe crescere di 4 punti percentuali dal 63% del 2018. Dal 2008 a oggi, solo Bolzano si è avvicinata a un simile aumento. Il tasso di occupazione divide il paese in due, tra le regioni del nord che negli anni sono uscite dalla crisi economica e le regioni del sud che continua a retrocedere".

Il dossier dà informazioni interessanti anche su altre statistiche: lavoratori con contratti a termine, lavoratori a rischio povertà, tasso di occupazione giovanile efemminile.

E qui l’altra nota dolente: l'Abruzzo, insieme all'Umbria, è infatti la regione italiana dove si è registrato il crollo maggiore rispetto al 2008: -0,9%. Le donne che lavorano, sul totale della popolazione femminile, sono il48,9%, ben al di sotto la media italiana, che è del 52,5%, la quale è, a sua volta, 14 punti più bassa di quella europea (66,5%).

Anche qui, il report riporta la ‘solita’ Italia a 2 velocità, dove "le regioni di nord e centro Italia presentano tassi di occupazione femminile al di sopra della media nazionale, che corrisponde al 53% nel 2018, mentre le regioni del sud si posizionano tutte al lato opposto della classifica".    

E infine l’occupazione giovanile, statistica nella quale l'Italia è al penultimo posto nell'Ue: nel nostro Paese, la percentuale di occupati sulla popolazione tra i 20-29 anni è stata, nel 2017, del 42,7%, più di 20 punti al di sotto della media europea (64%); mentre l'Abruzzo veste ancora una volta la maglia nera con il 37% (dato del 2018) e si colloca ben al di sotto la media nazionale, per non parlare di quella europea.

La percentuale dei giovani tra i 15-29 anni che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di studio né di formazione, i cosiddetti Neet, in Abruzzo è del 20,7%, 3,4 punti percentuali in meno della media italiana (24,1%, la più alta di tutta l'Ue).

 

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