Sembra la sceneggiatura di un film, e invece è l’incipit della nascita di un colosso manifatturiero del made in Italy. La storia è ambientata nel 1952 a Sant’Egidio alla Vibrata, dove la famiglia Di Stefano riceve dei macchinari per fare le maglie, per recuperare un credito mai saldato, e inizia così questo lavoro, per puro caso. I fratelli Eraldo, Nello, Alceo e Francesco Di Stefano, che prima lavoravano nei mercati, avviano una maglieria da uomo in un garage con i due macchinari riscattati. Il finale stupisce tutti: il Maglificio Gran Sasso, oggi uno tra i più importanti in Italia.
La crescita è lenta ma costante negli anni, l’azienda punta sin dal principio sulla qualità del prodotto e dopo 70 anni il Maglificio Gran Sasso diventa un’icona della maglieria italiana. Oggi a capo dell’azienda ci sono i figli di questi coraggiosi fratelli che insieme ai lori figli portano avanti la terza generazione dell’impresa abruzzese oggi diventata una SpA.
Giuseppe Di Stefano, 31 anni, figlio di Guido, impegnato nell’ufficio acquisti, ci accoglie sorridente e gentile, ci accompagna subito a fare la visita del sito a Sant’Egidio alla Vibrata, il colpo d’occhio è maestoso: stile, design, tecnologia, artigianato e sostenibilità sono subito evidenti.
“Dopo la laurea in Economia e Commercio –racconta Giuseppe Di Stefano- ho imparato questo mestiere facendo la classica gavetta, stando dietro a mio padre e ai miei zii. Qui da sempre famiglia e impresa si fondono; io, i miei fratelli e miei cugini siamo cresciuti in azienda”. Giuseppe ha un gemello Eraldo, due fratelli Riccardo e Federico e una sorella Aurora.
Numeri importanti quelli del maglificio abruzzese: 400 collaboratori interni per un totale di 2500 circa compreso quelli dell’indotto e un fatturato nel 2022 di circa 60 milioni di euro. Vendono i loro capi nelle migliori boutique in 72 Paesi nel mondo. La vendita diretta è solo tramite il sito e-commerce e nell’outlet adiacente all’azienda. La produzione è di oltre 1 milione di capi l’anno. Il 70% dei prodotti vola all’estero e il 30% in Italia. I capi delle collezioni sono per la maggior parte da uomo ma c’è anche una rilevante linea femminile.
Accanto al maglificio c’è la Texcolor SpA, la loro azienda che si occupa di lavare e tingere i capi.
Ma Giuseppe ha un’altra bella storia da raccontare mentre chiacchieriamo: lui e il suo gemello Eraldo cantano, sono i BTwins oggi Gemini Solo, hanno frequentato la scuola di Mogol e nel 2011 hanno partecipato al 61º Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte. “E’ stato un sogno – racconta- cantare su uno dei palchi più importanti al mondo e non è detto che un giorno non continuerò ad inseguire con mio fratello questo sogno, ma per il momento abbiamo scelto di lavorare in azienda che ci assorbe totalmente e che non permette di fare entrambe le cose”. Ma poiché le passioni non vanno mai abbandonate, i fratelli, che hanno uno studio di registrazione a casa, continuano a comporre e a cantare nel tempo libero.
Mentre continuiamo il tour, Giuseppe saluta tutti per nome sempre con un sorriso, molti collaboratori sono figli di dipendenti andati in pensione, si respira un senso di aggregazione molto forte. “Abbiamo un palazzo a Tortoreto – racconta- nel quale d’estate ci trasferiamo tutti insieme da sempre. Siamo una famiglia numerosa e tra noi c’è tanta armonia. Crescere in un ambiente così sano è stato molto utile e stimolante anche per la crescita aziendale. Qui nonostante i numeri della produzione c’è davvero la sensazione di una grande famiglia”. Un altro elemento a conferma di questo aspetto è la mensa aziendale. “Abbiamo voluto investire – ha detto Giuseppe- nella mensa aziendale, è un servizio importante per il benessere dei nostri lavoratori”.
La nuova azienda è stata completata nel 2006 dell’architetto Guido Canali, è moderna, luminosa e ha molto verde intorno, 36mila metri quadrati interni e 120mila esterni dove spiccano le piante di ulivo dalle quali ricavano l’olio per uso famigliare. Un progetto architettonico che conquistò il Premio Triennale di Milano, Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2009 - Menzione d'Onore.
Un’azienda all’avanguardia che, tra le altre cose, si può senza dubbio definire green, un valore quello della sostenibilità che si riscontra in diversi ambiti: macchinari a basso impatto ambientale, riscaldamento e raffreddamento geotermico a pavimento, immobile fatto di vetrate per sfruttare al meglio la luce del sole e risparmiare sull’artificiale, sistema di filtraggio dell’aria, utilizzo di pannelli solari e ancora l’uso di un depuratore interno dove scaricano l’acqua utilizzata nel reparto lavanderia che ributtano nel fiume Salinello non prima di averla pulita e filtrata del tutto.
“Oltre alla sostenibilità, - continua il giovane manager- teniamo molto all’aspetto tecnologico, per un’azienda di queste dimensioni è fondamentale. Tutti i macchinari sono programmati dai computer. Siamo stati i primi in Italia ad utilizzare la tecnologia 4.0”. Il processo produttivo fatto da antiche tecniche artigianali combinate a moderni macchinari, è costituito da diversi reparti, dal reperimento della materia prima fino al magazzino dove il prodotto parte per tutto il mondo. Un lavoro, quello di questa azienda, dove la mano dell’uomo e l’alta tecnologia operano in perfetta sincronia.
“Non è semplice reperire personale specializzato e infatti –spiega Giuseppe- stiamo lavorando in prima linea con un istituto superiore locale per creare ad hoc un corso professionale per insegnare il nostro lavoro e per poi inserire i ragazzi più meritevoli del corso in azienda. Un progetto questo con scopo formativo e occupazionale molto rilevante per noi che cerchiamo sempre di dare il nostro contributo al territorio”.
Le collezioni del Maglificio Gran Sasso rappresentano perfettamente il Made in Italy, la qualità e il fashion insieme. La collaborazione con varie filature e tintorie consente di impiegare filati precisi, mescolando fibre classiche con altre meno tradizionali, per combinazioni inedite con il cashmere, la seta, il lino e permette di personalizzare l’effetto delle tinture, non trascurando mai la sostenibilità ambientale delle sostanze impiegate.
“I nostri capi sono semplici, casual ma di grande qualità, -conclude Di Stefano- la tendenza sì ma sempre anteponendo la qualità dei filati come ci hanno insegnato i nostri nonni. Quello che cerchiamo di fare è reperire le migliori materie prime disponibili sul mercato mondiale e creare mix di tessuti unici e preziosi. Il Covid ha permesso alle aziende italiane del tessile di target alto di dimostrare il loro valore, molte come noi sono cresciute durante la pandemia. L’obiettivo è continuare a consolidarci e ad essere affidabili e competitivi”.
Proprio questa settimana, l’azienda ha ricevuto dal Consiglio Regionale d’Abruzzo un riconoscimento ufficiale per i 70 anni di attività.
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