Un modo speciale per festeggiare i primi 20 anni di vita quello scelto da Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano per la loro creatura Arago Design. “L’officina delle Invenzioni - la casa di Arago Design”, ribattezzata la “bottega di ceramica popolare contemporanea” e nata Corso Manthonè a Pescara, fin dagli albori ha scelto di intraprendere un percorso di ricerca, sperimentazione e conservazione dell’antica arte della ceramica. Per l’importante traguardo raggiunto i due fondatori hanno anche inaugurato la mostra antologica “20 anni di storie in ceramica”.
Per l’occasione gli organizzatori hanno accolto i curiosi e gli amici di questa realtà nell’ampio spazio al pian terreno del palazzetto che separa corso Manthonè da via delle caserme, su Piazza Unione: un luogo più ampio rispetto al laboratorio che accoglie ogni giorni gli appassionati, i passanti e i turisti che si trovano per Pescara Vecchia.
Lo spazio dell’evento è stato contraddistinto da un allestimento studiato proprio per l’occasione con l’esposizione simultanea del ricco armamentario di oggetti in ceramica, divenuti ormai delle icone dell’artigianato ceramica contemporaneo, e per la visione del variegato materiale audiovisivo che supporta e articola le narrazioni insite in ciascun prodotto made in Arago Design.
Le celebrazioni sono state ricche di contenuti e contributi portati dai creativi che nel corso di questi due decenni hanno affiancato i designer ceramisti. La scaletta è iniziata con Michele Avolio, fondatore dei DISCANTO, gruppo di musica etno-antropologica abruzzese, che ha introdotto con i propri canti i vari momenti della serata, ed è poi proseguita con la performance teatrale del regista e attore Alessio Tessitore, che ha affiancato Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano nella narrazione de “Il cesto nel fuoco”, un prodotto in ceramica che testimonia l'episodio arcaico della scoperta della materia artificiale più antica. Spazio quindi al videomaker pescarese Matteo Ferri, che ha presentato “La storia del prima”, un mini-documentario sulla costruzione dell’ormai celebre SalvaPecunia ideato dal duo Di Bucchianico - Oggiano.
La serata si è conclusa con l'inaugurazione della mostra in cui si raccontano, oltre ai progetti in ceramica di Arago Design, i prodotti del Progetto MUSA, nati intorno alla fondazione della nuova mitologia della musa ovina e alimentati dai contributi creativi del FLORIAN META TEATRO di Pescara.
La mostra dei “20 anni di storie in ceramica” è rimasta aperta fino al 3 novembre, al termine dei contenuti che hanno preceduto il taglio del nastro della mostra antologica dei “20 anni di storie in ceramica” di Arago Design, i designer ceramisti hanno riservato agli ospiti una sorpresa, ossia “pulci ed elefanti, il mondo del SalvaPecunia amplia i propri confini”, i nuovi prodotti ispirati al salvadanaio in ceramica, nato dall'equazione etimologica pecora/pecus/pecunia, che in questo caso ha permesso la realizzazione di un salvadanaio (ove servare la pecunia) a forma di pecora, animale che probabilmente più di ogni rappresenta l’Abruzzo, da un punto di vista gastronomico e non solo.
Tutto questo per celebrare una realtà nata dall’estro dei due novelli artigiani che, pur non avendo una formazione artistica alle spalle, si sono lanciati in questa affascinante avventura, in un mondo ancora senza social, in una città importante ma non certo di respiro internazionale come Pescara, sita nel Paese dei paradossi, come quello di aver inventato la concezione di bellezza e di disseminare, da oltre sette decenni, il suo (una volta) splendido territorio di edifici e costruzioni grigie, vuote e senz’anima, riducendo il bello a una minuscola frazione.
Una scelta coraggiosa, quella di Dario ed Elisabetta, in un contesto storico e sociale che ostacola in molti modi l’esistenza medesima delle realtà artigiane che producono manualmente una qualche forma di bellezza poi appetibile a molti. Una scelta, la loro, che però ha ripagato la passione, la curiosità, l’entusiasmo e la perseveranza di due coetanei, compagni e colleghi, che hanno festeggiato i vent’anni della loro creatura, ormai riconosciuta come inedita e lodevole espressione della creatività contemporanea, applicata alla materia artificiale più anticae destinataria di molteplici riconoscimenti, come, tra tutti, la partecipazione alla prestigiosissima Biennale d’Arte di Venezia nel 2011, e obiettivi estetici, con uno stile semplice, caratterizzato da pochi colori e sfumature assenti.
Una storia appassionante e ispiratrice, che dimostra come esistano territori poco battuti ma su cui possono esserci strade che possono condurre lontano tutti coloro che le calcano con passione e costanza.
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