“Le radici profonde non gelano mai”: le parole che il celebre romanziere britannico J.R.R. Tolkien fa pronunciare da Bilbo Baggins nel Signore degli Anelli condensano perfettamente la storia di Alessia Paola e Giulia Sciotti, ora nuovi volti del colosso vitivinicolo ortonese Fantini, ma che sembravano destinate a carriere professionali distanti dal gruppo guidato dal loro padre Valentino, attuale amministratore delegato.
“Nostro papà ci aveva sempre cresciuto con l’idea che non saremmo dovute andare a lavorare nella sua azienda - ricordano le due sorelle- , non voleva farcelo sentire come obbligo, ce l’aveva quasi proibito. Nella nostra testa non si era mai fatto strada questo obiettivo. La storia ha però preso una piega differente, per via di un legame atavico che, nascosto dentro di loro, si è progressivamente disvelato suggerendo di “tornare al legame con la terra, essere partecipi della passione che c’è dietro e dei legami che crea. La loro vita è cambiata in quei momenti lì, per parafrasare Gazzelle.
Oggi Giulia e Alessia sono al suo fianco, contente della loro scelta, quasi come se nel loro destino non ci fosse esserci altro, dato l’entusiasmo e il coinvolgimento con cui narrano il mondo della viticoltura. Eppure avevano studiato per prepararsi a tutt’altro: Alessia, la primogenita, classe ‘91, si era laureata in Economia e Direzione di impresa a Roma e viveva a Barcellona dove lavorava come analista finanziaria per H.P., gigante del settore informatico, passando “giorno e notte davanti al computer a controllare numeri, a visionare bilanci”; Giulia, classe ‘95, aveva completato i corsi da interior designer all’Istituto Europeo di Design di Milano e iniziato l’attività professionale in uno studio di architettura a Pescara, “poi il Covid mi ha riportato a Crecchio”, borgo abruzzese che per gli Sciotti è un po’ quello che rappresenta la Casa del Nespolo di Aci Trezza nei Malavoglia di Verga, simbolo e una garanzia di legame indissolubile con la propria terra. La storia di Giulia è suggestiva e getta le proprie radici in un viaggio in Cile compiuto nel 2017 insieme a tutta la famiglia Sciotti. “Io, laureata, avevo preso a lavorare in Spagna in HP” - ricorda, mentre ripensa alla Valle dell’Elqui, un luogo remoto nel cuore delle Ande e il suo paesaggio montuoso illuminato dal cielo limpido dell’autunno sudamericano, i tanti vigneti uva che nonostante l’altitudine vi crescevano hanno indotto la primogenita di casa Sciotti a lasciare il lavoro a Barcellona e trasferirsi “a Bordeaux per un master in Marketing del vino, poi ho seguito altri studi e ottenuto certificazioni importanti nel settore. Mi aveva affascinato la passione con la quale ogni produttore mi aveva parlato della propria realtà, la storia che c’era dietro”. Tra Giulia e il mondo del vino era scoccata la scintilla, “poi ho capito che era semplicemente latente, perchè tutti noi fratelli siamo nati nel mondo del vino, i nostri nonni possedevano un po’ di vigneti, producevano per l’autoconsumo e poi vendevano le bottiglie rimaste ad amici e parenti. Mi vengono in mente memorie del lontano passato, quando durante la vendemmia noi Sciotti della nuova generazione eravamo là a Crecchio, il nostro paesino d’origine vicino a Ortona: nonno utilizzava ancora il torchio…”
Diverso ma simile il percorso di Alessia, che dopo lo IED, ha avuto esperienze “stage anche in America e Francia. Ora sono iscritta ad Economia e Management a Pescara”, ma anche lei ha sentito il richiamo di Fantini nel 2020, dall’isolamento forzato di quei giorni e dalla passione per la cucina. “Io amo cucinare piatti particolari - spiega - e in quei frangenti avevo tutto il tempo per farlo. Papà, tra un webinar e l’altro, mi insegnava ad abbinare i vini giusti, mi raccontava il suo mondo, ossia faceva tutto quello che normalmente non avrebbe potuto, lui che in genere è in viaggio per 300 giorni l’anno. Ci siamo riappropriati del tempo e delle cose. Ho capito che nel vino senti il territorio: è il sangue della terra”. Oggi Alessia, sfruttando i suoi studi, cura il design di Fantini ed è diventata brand ambassador del brand. “Inizialmente ho dato una mano per il nuovo allestimento della sede di imbottigliamento a Ortona - ricorda-, poi per la rinnovata visual identity degli stand aziendali nelle grandi fiere del comparto, dal ProWein al Vinitaly. Ora appunto sono diventata brand ambassador, mi mandano in tutto il mondo e mi piace tantissimo, adoro promuovere all’estero non solo la nostra realtà, ma la terra della quale è espressione e in generale lo stile di vita italiano.” Viaggi senza però la compagnia della sorella Giulia, che ha dovuto rallentare e diminuire i viaggi per via del bambinodi un anno e sei mesi, che si chiama come il nonno, Valentino.
Giulia è anche marketing manager dell’azienda e nota con piacere come “il mondo del vino si stia aprendo sempre di più a noi donne. Tanti segnali lo confermano.Il “tocco” del quale parliamo ci può essere nello stile delle etichette, credo di aver portato in azienda una maggiore attenzione all’estro, all’eleganza. In generale noi, per la gestione dei social media di Fantini, abbiamo costruito un magnifico team di sole donne. E sono bravissime”.
Per le “ladies Fantini” è fondamentale “l’idea vinicola, ossia di un azienda che è gestita che è gestita con amore da persone che hanno legami di sangue tra di loro e con la loro terra, diventa un valore aggiunto che viene apprezzato ovunque. Poi, noi due siamo anche molto empatiche…» aggiungono, sottolineando il gioco di squadra tra loro due, in azienda e non solo.
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