La longevità dei vini abruzzesi al centro dell'evento di Marchesi de Cordano

"Expression in the world". E' questo il titolo dell'evento organizzato dalla cantina Marchesi de Cordano di Loreto Aprutino. Da qualche anno questo è diventato un appuntamento fisso e immancabile durante il quale il patron della cantina, Francesco D'Onofrio sceglie per gli ospiti una degustazione di vini speciali. La longevità dei bianchi e dei rossi, i nuovi percorsi di vinificazione e l’appeal dei vini abruzzesi nei mercati internazionali, sono stati i temi al centro dell’evento di questo 2019 che si è articolato in un percorso degustativo, condotto da Ian D’Agata, tra i più importanti scrittori di vino al mondo, e dall’enologo Vittorio Festa, socio con Francesco D’Onofrio di Marchesi de Cordano.

Si è partiti dalla Cococciola del 2018 passando a quella del 2016 fino ad arrivare al 2007. Presentato a sorpresa anche l’ultimo nato di Marchesi de Cordano: “Lu Sciablì de lu Marchese”, Cococciola del 2016 con affinamento in anfora, spillata dal vivo durante la degustazione. La degustazione è proseguita poi con i rossi, dalle prime annate 2000 e 2001 di Trinità al Santinumi 2013, fresco dei 5 Grappoli di Bibenda.

In abbinamento ai vini della cantina di Loreto Aprutino gli ospiti si sono deliziati con i piatti creati ad hoc per l’occasione da Andrea La Caita, direttore del ristorante Acquolina, una Stella Michelin di Roma, e dal suo chef Daniele Lippi. Un percorso gastronomico accattivante e divertente che ha fatto attraversare i 5 continenti attraverso 5 fantasiosi piatti.

«Ci siamo divertiti a sperimentare nuove tecniche di affinamento come quella della Cococciola in anfora che– ha spiegato l’enologo, Vittorio Festa – un’uva povera, che però può diventare di punta. L’idea è quella di fare una produzione semplice, senza aggiunte in cantina, per dare vita a un vino ricco di contenuti». 

Questi i piatti degustati abbinati ai vini abruzzesi: tacos di sedano, rapa con guacamole di broccoli e tartare di ricciola con la Cococciola 2016 Lu Sciablì; pizza di lardo di seppia e carciofi con Cococciola 2007; tortello ripieno di carbonara con uova di struzzo in abbinamento a Trinità 2001; faraona, bernerè e cous cous con Trinità 2000; infine per dolce pollo al curry, in abbinamento al Santinumi 2013, fresco di 5 Grappoli dalla bibbia del vino Bibenda.

«Dobbiamo dare una nuova idea di vignaioli abruzzesi nel mondo -ha aggiunto Francesco D’Onofrio- ecco perché abbiamo abbinato ai nostri vini piatti ispirati ai 5 continenti e abbiamo voluto qui Ian D’Agata, tra i massimi rappresentati dei giornalisti enogastronomici nel mondo. Siamo cresciuti tanto in questi anni, oggi noi come Marchesi de Cordano esportiamo l’86% della nostra produzione all’estero, dove siamo anche ambasciatori del nostro terroir e delle bellezze della nostra terra».

Soddisfatto Ian D’Agata, artefice proprio dai Marchesi de Cordano della sua prima sciabolata ovviamente al Santa Giusta, Metodo Classico Chardonnay e Pinot Nero del duo D’Onofrio - Festa. «Questa degustazione – ha concluso Ian D’Agata - ha dimostrato a sorpresa la longevità dei vini bianchi autoctoni abruzzesi, in particolare della cococciola, che mi ha entusiasmato. Un percorso che dimostra le potenzialità enormi dei vitigni autoctoni abruzzesi e la capacità di innovare e sperimentare dei vignaioli, come Francesco D’Onofrio e Vittorio Festa».