Un viaggio tra passato, presente e futuro ha interessato Atri lo scorso martedì 3 dicembre. La cantina Vinum Hadrianum, realtà vitivinicola ducale fondata nel 2018, ha organizzato l’evento “Convivium, sapori e gusti dell’epoca romana” presso l’Auditorium(ex chiesa) di Sant’Agostino, nella cui prestigiosa cornice, il numeroso pubblico accorso nella storica cittadina ha potuto esplorare e conoscere il mondo dell’enogastronomia della civiltà romana, scoprendo le radici di tradizioni millenarie, confrontandole con le tecniche contemporanee.
Dopo gli interventi introduttivi di Angela Ippoliti, ideatrice e promotrice del convegno per la cantina, il proprietario di Vinum Hadrianum, Piero Pavonee della managing director dell’azienda Marta Lupoletti, sulla tavola rotonda, moderati dalla giornalista enogastronomicaEleonora Lopes, si sono alternati Ernesto Di Renzo, docente di antropologia pressò l’Università degli Studi di Roma - Tor Vergata, Leonardo Seghetti, docente dell’Università di Teramo, esperto di enogastronomia e fiero alfiere dei sapori nostrani e Mauro Serafini, ordinario di Alimentazione e Nutrizione Umana presso lo stesso ateneo teramano.
Nel corso della serata sono emersi spunti particolarmente interessanti per importanza pratica e profondità intellettuale: nell’intervento del professor Serafini v’è stato spazio, dopo un interessante excursus circa l’alimentazione al tempo dei romani e sull’uso delle spezie nella cucina dei nostri antenati di allora, per sottolineare come alcune abitudini alimentari dell’antica Roma possano essere estremamente utili anche oggi: ne sono un esempio l’uso dei vegetali da associare alla propria dieta, in modo da dimezzare lo stress post prandiale e il carico infiammatorio di un lungo processo digestivo. Il docente suggerisce altresì di sostituire ai lunghissimi pasti degli antichi una dieta scaglionata in più orari, citando gli studi sui centenari abruzzesi condotto dall’Università di Teramo e del recentissimo progetto dello sportello di ascolto nutrizionale gratuito all’interno di un centro per anziani nel quartiere capitolino del Quarticciolo.
Secondo il professor Seghetti, il cibo ed il vino sono condensatori della cultura di un territorio e del suo popolo, mostrando come molte tecniche vinicole latine siano d’attualità anche odiernamente. Uno dei più significativi lasciti che i nostri antenati ci hanno tramandato è la loro, sensibile capacità di abbinare il vino alle pietanze, che potremmo riassumere con la fortunata espressione di “matrimonio del cibo con il vino”, che rende come ad ogni pietanza fosse associata una determinata tipologia enologica. Ciò si spiega anche con le straordinarie capacità classificative dei nostri antenati, che si esprimono soprattutto nel De re rustica dello scrittore del I secolo Lucio Giunio Columella, il quale cita ben cinque tipologie di un altro simbolo della civiltà mediterranea, l’olio.
Il professor Di Renzo si è invece focalizzato sulla simbologia culturale legata al cibo e al vino nella cultura enogastronomica dei nostri antichi avi. Se gli antichi greci avevano una concezione sacra del vino (come testimoniata dalle memorabili pagine sui simposi da illustrissimi autori), i romani ampliarono la coltivazione e modificarono gli utilizzi, assumendo dunque anche un uso farmacologico, terapeutico e ludico, con e senza abbinamento al cibo. Addirittura, ricorda Di Renzo, una settantina dei vitigni oggigiorno coltivati in Europa devono la loro esistenza agli adattamenti di antichissime viti trasportate in ogni angolo dell’Impero dai vittoriosi eserciti romani, che attuarono gli editti promulgati in materia dagli imperatori Domizianoe Probo.
Al termine dell’evento, la serata è proseguita presso Palazzo Sorricchio, splendida residenza con annesso giardino ai tempi dimora dell’omonima famiglia ed ora adibita a quartier generale di Vinum Hadrianum, per la degustazione dei vini e del finger food curato dallo chef di +Tosto Gastro Bottega, Gianni Dezio.
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